Pago io il biglietto per Auschwitz, ma...

di Alessandro Sallusti

l sindaco di Predappio, Roberto Canali, ha negato a una sua giovane cittadina il contributo pubblico per partecipare a un viaggio di studenti ad Auschwitz: «Fino a che non faranno visite simili anche alle foibe e ai gulag la mia posizione non cambierà», ha detto ai giornalisti che gli chiedevano conto della scelta.

Mi spiace per Canali, eletto in una lista civica sostenuta dal centrodestra, ma se il problema che pone (la rimozione dei crimini comunisti) è più che legittimo, la soluzione è sbagliata. Quella ragazza ha tutto il diritto di andare ad Auschwitz, se è il caso mi dica su che conto fare il bonifico che il biglietto glielo pago io. Ma quella stessa ragazza, come tutti i suoi coetanei, ha il diritto di sapere - e qui il sindaco ha ragione - come è andata davvero la storia del Novecento, cioè che il comunismo è stata un'ideologia criminale e feroce più del nazismo.

Questa seconda verità assoluta ai ragazzi è invece negata. Anzi, in molte nostre scuole - direi tutte - del comunismo si continua ancora a dare una versione romantica e positiva di quello che invece fu una tragedia. Con un'aggravante, che è questa.

Mentre la tragedia del nazismo è morta nel 1945 con Hitler, quella del comunismo è continuata indisturbata e ancora oggi ci sono popoli ai quali nel suo nome sono negate libertà e diritti, ci sono persone che pagano il loro non sottomettersi con la reclusione e la vita.

Pensate solo a quanto sta accadendo in queste ore, trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. Una festa, certo, ma per cosa? Nessuno lo dice chiaramente. Non festeggiamo la riunificazione di Berlino, non una generica «svolta di libertà», come oggi vogliono farci credere. No, oggi festeggiamo la fine del cancro del comunismo nel cuore dell'Occidente liberato e liberale. Oggi dobbiamo urlare a futura memoria: il comunismo è un cancro e mai più deve tornare.

I vecchi, nuovi e i post comunisti italiani oggi dovrebbero solo tacere. Si sono autoassolti con la scusa di essere stati «comunisti ma non troppo» ma tacciono sul fatto di avere campato quarant'anni con i rubli (altro che Salvini) che arrivavano dall'Unione Sovietica, rubli sporchi di sangue e sottratti al popolo russo.

Quel muro lo abbiamo abbattuto noi, se fosse per loro sarebbe ancora su. Come il muro di omertà che circonda le responsabilità del comunismo e dei comunisti.

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