Come Auschwitz è il luogo-simbolo dei campi di sterminio nazisti, così Kolyma identifica l’ultimo cerchio del Gulag staliniano e sovietico, anche se questo nome sinistro non ha minimamente la notorietà del primo.
Il nome jakuto di Kolyma ha indicato dapprima il grande fiume (2500 km di lunghezza) dell’estremo nord-est della Russia che nasce dai monti Tas Tyskabet, poco più a nord di Magadan, e sfocia nel Mare della Siberia orientale. Nel suo bacino superiore furono scoperti nel 1928 grandi giacimenti d’oro e successivamente anche di altri importanti minerali come stagno, carbone, tungsteno, molibdeno, uranio.
Kolyma designa anche un enorme territorio subartico ed artico segnato dal fiume e dalla catena montuosa dello stesso nome. Il suolo in gran parte è costituito dal permafrost (in russo merzlota), la temperatura si spinge fino a 50-60 gradi sottozero. Tundra e taiga ne formano il paesaggio dominante.
Varlam Šalamov nasce il 18 giugno 1907 a Vologda, antica città del nord ovest russo, in epoca zarista terra di confino di rivoltosi: religiosi e politici, dagli scismatici «vecchio-credenti», seguaci dell’arciprete Avvakum, al terrorista Savinkov. Suo padre Tichon, prete della cattedrale, era stato dieci anni missionario nelle isole Aleutine. Colto, «positivista fino al midollo», si schierò con l’ala innovatrice della chiesa russa. In famiglia fu marito e padre autoritario, con cui Varlam, ultimo nato di cinque tra fratelli e sorelle, entrò in radicale contrasto, fino al rifiuto della fede [1].
"In Cina, vogliono che tu diventi una nuova persona socialista, e questo è lo scopo dei campi di lavoro", dice Harry Wu, un sopravvissuto al sistema carcerario noto come "Laogai", che significa "riforma attraverso il lavoro". "Il compito principale nel campo di prigionia è sopravvivere, trovare cibo, tutto qui", dice Wu.
Leggi tutto: Laogai: la tragica storia dei campi di lavoro cinesi.
Il 28 dicembre 1973 esce a Parigi la prima edizione di Arcipelago Gulag di Aleksandr Solgenitsin - Marcello Flores ha insegnato Storia contemporanea e Storia comparata alla facoltà di Lettere dell'Università di Siena, dove ha diretto anche anche il Master in Human Rights and Humanitarian Action.
Leggi tutto: Arcipelago Gulag raccontato da Marcello Flores (audio)
In questo splendido racconto, Varlam Shalamov racconta brevemente le condizioni di vita degli schiavi sovietici nei GuLag. Un racconto assolutamente da leggere (assieme a tutti gli altri "racconti di Kolyma" e Arcipelago Gulag) per chi ancora si dichiara comunista.
Il mullah tataro e la vita all’aria aperta - di Varlam Shalamov
I Racconti della Kolyma vol.1 pag. 103-114
Nella cella della prigione faceva così caldo che non si vedeva una mosca. Le enormi finestre con le grate di ferro erano completamente spalancate, ma questo non arrecava alcun sollievo perché dall’asfalto rovente del cortile arrivavano ondate d’aria calda e nella cella c’era persino più fresco che fuori.
Pensavate che l'ottusità di certa magistratura fosse una caratteristica tutta italiana? Vi stavate sbagliando. I burocrati e i compagni procuratori delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sono una continua fonte di ispirazione per alcuni giudici italiani che ambiscono a fare politica.
L'iniettore
(da "I racconti di Kolyma" pag.57 - di Varlam Shalamov)
Al capo del giacimento compagno A.S. Korolëv da parte del responsabile del distaccamento “Fonte d’oro” L.V. Kudinov.
RAPPORTO
In conformità alle Vostre disposizioni relative alla presentazione di spiegazioni per la pausa di sei ore della quarta squadra di detenuti che ha avuto luogo in data 12 novembre del corrente anno nel distaccamento “Fonte d’oro” del giacimento a Voi affidato, Vi riferisco quanto segue:
I Laogai sono i campi di concentramento in Cina istituiti da Mao Tse-tung nel 1950 seguendo l’esempio dell’URSS dove erano in piena funzione i Gulag. Furono degli esperti sovietici ad aiutare Mao Zedong ad organizzare i Laogai in Cina. Mentre i LAGER nazisti furono chiusi nel 1945 ed i GU-LAG sovietici sono in disuso dagli anni ’90, i LAOGAI cinesi sono tuttora operanti, oggi, nel terzo millennio.
Ha scritto Michail Geller nella prefazione alla prima edizione di Kolymskie Rasskazy [titolo originale dei I racconti della Kolyma]: "[la Kolyma] era un'industria sovietica, una fabbrica che dava al paese oro, carbone, stagno, uranio, nutrendo la terra di cadaveri. Era una gigantesca impresa schiavistica che si distingueva da tutte quelle conosciute nella storia per il fatto che la forza lavoro fornita dagli schiavi era assolutamente gratuita.







