Toffanin, pensionato delle foibe che non si pente

PARLA TOFFANIN, IL " GARIBALDINO " SQUADRISTA DI TITO RESPONSABILE DELLA STRAGE DI PORZUS NEL 1945: FURONO ASSASSINATI 22 PARTIGIANI BIANCHI - "Io, pensionato delle Foibe, non mi pento" Fece uccidere anche il fratello di Pasolini, una morte che imbarazza la sinistra [Le foibe: una "pulizia etnica" dimenticata].

Parla Toffanin, il "garibaldino" squadrista di Tito responsabile della strage di Porzus nel ' 45: furono assassinati 22 partigiani bianchi

Mario Toffanin killer delle foibe
Mario Toffanin killer delle foibe

SCOFJE (Capodistria). "Pentito io? Via, giovanotto, non scherziamo. Io sono un comunista, sa? Onesto e tutto d' un pezzo. Sono stato squadrista di Tito, io, prima che quello si vendesse a Churchill e tradisse la causa. Cercai di uccidere Tito, organizzai trecento compagni per farlo, ma non ci riuscii. E pensare che avevo dormito con lui. La pensione italiana? Ne ho diritto e me la tengo, sono stato un combattente. Per quelle poche lire, poi...".

Si lamenta, il comandante "Giacca" Mario Toffanin. Che diamine, lo Stato italiano avrebbe potuto essere più generoso verso di lui, ergastolano pluriomicida graziato da Pertini. Toffanin è l' autore dell' eccidio di Malga Porzus, una delle pagine più nere della Resistenza, e oggi fra gli indagati dal pm romano Giuseppe Pititto per le Foibe.

Fra l'8 e il 13 febbraio '45, a capo di un gruppo di partigiani garibaldini "rossi", Toffanin ordinò ed eseguì il massacro di ventidue partigiani "bianchi" della Brigata Osoppo, fatti prigionieri nella Malga Porzus, sulle montagne friulane.

Tra le vittime, il fratello maggiore di Pasolini. "Giacca" e i suoi volevano l' annessione alla Jugoslavia della Venezia Giulia e delle valli orientali udinesi. I partigiani della "Osoppo" difendevano l' italianità delle terre. Fu una strage segnata da orribili sevizie, per la quale Toffanin e i compagni furono condannati all'ergastolo.

Nel '78 la grazia di Pertini. Oggi Toffanin, 84 anni ben portati, è fra i trentamila sloveni e croati che percepiscono le "pensioni in regalo", su cui Pititto ha appena aperto una seconda inchiesta: nel suo caso 670 mila lire al mese, di cui 30 mila per meriti militari.

Proprio ieri il magistrato ha fatto sapere che nel giro di un mese e mezzo preparerà le richieste di rinvio a giudizio per i massacri. Fra gli imputati, probabilmente, ci sara' anche lui.

"Paura? Ma figuriamoci. Se Pititto mi chiama e mi paga il viaggio io ci vado, a Roma. Non ho niente da nascondere. Ma tanto lo so, che e' tutta una manovra fascista", dice nella sua casa di Scofje. Raccontavano che fosse sparito, abbandonata la residenza di Capodistria, che si fosse nascosto per le minacce. Invece vive tranquillamente a cinquecento metri dal confine italiano, da dove scende con regolarità a Trieste per incontrare il figlio e fare lo shopping.

Ottenne la pensione per aver lavorato tredici anni ai Cantieri di Trieste e per tre mesi di servizio militare nel ' 40. Poi si fece riformare, riparò in Jugoslavia e capeggiò i partigiani. I quattro anni di guerra gli son valsi otto anni contributivi e la pensione jugoslava, e al tempo stesso parte di quella italiana.

"Se non avessi ammazzato io "Bolla" (Francesco De Gregori, zio dell'omonimo nipote cantautore, ndr) e gli altri, mi avrebbero ucciso loro.

Si erano venduti ai nazisti. La sua famiglia riceve una pensione inferiore alla mia? Tanto sono ricchissimi". Ieri, nel frattempo, il consigliere napoletano di An, Alfonso Bernardini, ha iniziato una raccolta di firme per chiedere all'Inps la restituzione delle pensioni indebite. E il senatore leghista Antonio Serena ha ripresentato una proposta di legge per interrompere i pagamenti.

Morelli Roberto Pagina 15 (30 agosto 1996) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/30/pensionato_delle_Foibe_non_pento_co_0_96083010674.shtml

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