Il negazionismo di sinistra

“La nostra rappresentazione del male è limitata esclusivamente alla peste marrone” scrive Pascal Bruckner. “Non viene in mente a nessuno di includere la catastrofe del comunismo e le sue decine di milioni di morti in questo disco. Sebbene molti intellettuali combattano sulle orme di Hannah Arendt, Raymond Aron, François Furet, per bilanciare il totalitarismo, il doppio standard continua. Come sottolinea lo storico Thierry Wolton in un libro agghiacciante e malinconico, non c’è stata una Norimberga per il comunismo. L’Urss è crollata senza processo e la Russia, come la Germania post nazista, non ha fatto il lavoro della memoria. Questo negazionismo che minimizza i fatti o li deforma non sorprende nessuno quando si tratta di valutare la storia della Cina, del blocco sovietico o della Cambogia. I regimi marxisti sono sempre perdonati a causa della purezza delle loro intenzioni. Mantengono il monopolio della speranza e sembrano esenti da una condanna per il semplice fatto della nobiltà del loro ideale.

Eppure, se il fascismo uccideva in nome della razza, il comunismo uccideva inesorabilmente in nome della classe. Silenzio assordante. I due negazionismi si uniscono nella sintesi rosso-bruna di cui oggi tanti nostri intellettuali si fanno testimoni. Serge Thion, attivista di estrema sinistra, ardente difensore dei Khmer rossi come il linguista Noam Chomsky, sostiene Robert Faurisson nella negazione dell’olocausto. Il negazionismo di sinistra oscilla tra due posizioni: attenua gli orrori osservati – ‘i comunisti non hanno il sangue fino ai gomiti’, esclama Jean-Luc Mélenchon. O per sostenere che il vero comunismo non è mai esistito, che deve ancora venire.

Il silenzio assordante che accompagna l’ordalia comunista deriva dall’impunità che fornisce ai suoi difensori. Né la rovina economica né la desolazione culturale ed ecologica sono imputate a loro. Non sorprende che la morte del messianismo comunista abbia liberato uno spazio di utopia in cui la jihad si è infilata.

Le giovani generazioni, avendo dimenticato il disastro sovietico e maoista, ora vedono il capitalismo solo come la fonte del male. Applaudono i vecchi stalinisti arroccati su una montagna di cadaveri e trovano la seduzione nelle utopie marxiste”.

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